Come affrontare le prove

                                                                                                       Giobbe 1:20-22

Allora Giobbe si alzò, si stracciò il mantello, si rase il capo, si prostrò a terra e adorò dicendo: "Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il Signore ha dato, il Signore ha tolto; sia benedetto il nome del Signore" (vv.20,21).

Giobbe perse i beni, i figli, poi subì la malattia, l’incomprensione di moglie e amici... ma superò ogni cosa; è sorprendente!
Ci auguriamo di non attraversare mai prove analoghe alle sue ma, considerando che la vita terrena è piena di difficoltà...
Qual è stato il segreto di Giobbe? Come è rimasto stabile? Quali sono i punti di riferimento per ottenere una vittoria simile?

1. Considerare che nulla ci appartiene
L’uomo è tremendamente attaccato alle sue cose, e, spesso, anche a quelle non sue. E’ avido, egoista, vuole guadagnar tutto e non perdere nulla: “Chi ha l’animo avido fa nascere contese, ma chi confida nell’Eterno sarà saziato” (Proverbi 28:25).
Giobbe diceva: "Nudo sono uscito dal seno di mia madre...", quindi era consapevole che di suo, nelle cose che aveva perduto, non vi era nulla. Non era lui il proprietario di quelle cose, ma Dio: “all'Eterno appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti” (Salmo 24:1).

2. Considerare che la nostra vita è precaria
Sapere che la nostra vita è precaria (siamo polvere) e che da essa un giorno non potremo portare via nulla è fondamentale: “... nudo tornerò in seno della terra”.
Come nudi siamo usciti dal grembo di nostra madre, così nudi torneremo in quello della terra: “infatti non abbiamo portato nulla nel mondo e neppure possiamo portare via nulla” (1 Timoteo 6:7).
Realizzare questa verità ci eviterà quei pericoli da cui ci mette in guardia l’apostolo Paolo nei versi precedenti e successivi a quest’ultimo citato (1 Timoteo 6:6,8-11).

3. Considerare la sovranità di Dio
Giobbe, nel guardare al cielo e soprattutto a Colui che lo abitava, riconosceva la Sovranità divina: “… l’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto”.
L’uomo è invitato a guardare in alto, da dove proviene “... ogni donazione buona e ogni dono perfetto” (Giac.1:17); eppure Dio è costretto a fare una denuncia: “Il mio popolo persiste a sviarsi da me; lo s’invita a guardare in alto, ma nessun d’essi alza lo sguardo” (Osea 11:7).
Solo guardando al Signore, non saremo mai disorientati. Anche quando non comprendiamo, dobbiamo sottometterci alla Sua sovranità.

Conclusione
Così, non solo Giobbe superò le prove, ma ne ricavò grande beneficio. Non dobbiamo tanto preoccuparci di come usciremo al più presto dalle difficoltà, ma di cosa possiamo ricavare dalle difficoltà in cui veniamo a trovarci!
Riconoscere l’autorità e la volontà divina, ci aiuta a comprendere il perché delle prove, e ci insegna “grandi lezioni”.
Realizzare che Dio è il sovrano ci aiuta anche a rimanere sereni, perché Egli controlla ogni cosa.

Ci sono “svariate prove”, e il percorso terreno molte volte diventa arduo, ma, se sapremo guardare a questi punti di riferimento e soprattutto fissare lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta, illuminati dalla Parola, “lampada sul nostro piede e luce sul nostro sentiero”, non perderemo la via e raggiungeremo il “traguardo” celeste!(v.4).

 

V.M